Il
Dono
Non
mi ricordo gesti, attimi nella mia vita da piccola , so che ero
circondata d'amore attorno, una famiglia viva, partecipe dei fatti
della vita, bella o brutta si andava avanti comunque chiamando le
cose con il loro nome, si prendevano in sorte scomode schegge di
aspra realtà abbracciandole con tenerezza , compagni di strada, non
nemici.
Sono
adulta e disamorata, assuefatta e ragionevolmente cinica del mio
tempo
precario,
ma nella sera che sale mi vengono alla memoria frammenti di ricordi
,volti dolcissimi che irrompono nella mia quotidianità sospesa e mi
fanno ridere, piangere, soprattutto fanno pensare.
Rivedo
me bambina d'estate al Castello sul mare, un costumino rosa e la
maglietta di lana , ne avevo di ogni, gracile com'ero, ho nitida
l'immagine di nonna Teresa con una vestaglia a quadretti sparpagliata
da secchielli, palette e papere, una delizia per i bambini in
spiaggia , un fazzolettone tra i riccioli grigi spettinati e l'aria
soddisfatta d'una regina nell' azzurro paradiso.
Io
non capivo come mai fosse contenta , la vecchia '500 era a Milano,
papà a lavorare tra caldo e zanzare, noi 'pedibus calcantibus' a
casa con alti gradini sconnessi al profumo di 'baxaicò', si
scarpinava, eccome!
Poi
sono cresciuta ed ho capito che mi aveva fatto un grande dono, la
meraviglia, trovare dentro il grigiume e la monotonia di un'
esistenza banale una nuvola in tecnicolor, un caldo sorriso e un sole
tranquillo, ricominciare , ancora.
Oppure
il 'rosso', sanguigno, nonno Agostino ( strano, il suo nome e' la mia
storia passata ,presente e futura, è proprio vero,tutto si tiene,
Tutto ritorna), camminavamo tra le vie del quartiere, con la
tranquillità di bambini, ecco, mi prese le mie mani sulle sue,
fortissime, mi fece fare una ruota intera,senza cadere.
Per
un attimo ho visto tutto il mondo a testa in giù, un pianeta
irreale, una magia per me bimba felice.
E
ho scoperto il dono della leggerezza, vedere le cose in un'altra
prospettiva, una marcia in più per vivere meglio.
Nuci,
Annamaria ,mia mamma ed un altro regalo per me, concreto , come lei
era , oh, mi ricordo, mi ricordo bene...
Io
chiacchieravo sempre, in continuazione, cento 'perchè' lanciati a
raffica per lei , casalinga non disperata, e chiedevo cosa fosse
'caldo', cosa fosse 'freddo',
'Dimmelo,
dimmelo, daì 'così, fino allo svenimento!
Mia
madre stava cucinando, prese un uovo sul piatto, appena tolto dal
frigo
'Vedi
questo uovo, com'è?' Ma mamma, freddo!'
Poi
tirò fuori dall'acqua bollente un altro uovo caldissimo e me lo
diede.
Ovviamente,
io mollai la presa gridando , idem per il povero uovo, ma lei
tranquilla disse 'Impara, Mara, impara sempre, non fidarti della
prima impressione!' Grazie, mamma Nuci .
L'
ultimo dono mi fa male, davvero, perchè ha il volto di un uomo
buono, che ha vissuto intensamente e non ha fatto, detto niente, un
riso quieto e via, mi ha regalato l'attesa, attendeva me nelle sere
di fumo e nebbia, dopo il mio lavoro, si parlava di niente, di storie
lontane , noi s'andava a casa, lui era Casa .
Meraviglia,
leggerezza, esperienza, attesa : sono fortunata , ho avuto il meglio
da portare per la via, nel mio Viaggio.
Però
manca qualcosa, un movimento andante , maestoso, per gli amici che ci
sono stati, e sempre ci saranno, viatico per la mia vita.
Vi
lascio un sorriso, vi dono la libertà.
©Testo
Mara L.